La pieve dei Santi Giovanni Avangelista ed Ermolao, risalente alla fine del secolo XI, fu costruita per volontà dell’arcivescovo Daiberto e portata a termine grazie alla magnificenza della contessa Matilde di Toscana. Presenta la facciata in stile romanico-pisano divisa da due ordini di arcate cieche con motivi geometrici tipici dell’architettura pisana.
Sulla sinistra si alza il robusto campanile, incompiuto, in pietra e mattoni. In posizione alta, sul medesimo fianco, è infissa una testa antica, forse di Giove Ammone. Alcuni storici e appassionati locali intravedono nella possente base quadrangolare del campanile i resti di un’antica torre difensiva o di avvistamento, le cui ampie fondazioni potrebbero esser nascoste sotto l’attuale livello stradale. La presenza di due finestre sui lati nord ed est con le caratteristiche tipiche delle feritorie per arcieri, ovvero alte e strette con ampie strombature interne, è portata a parziale prova di tale ipotesi, insieme alla maestosità dell’opera che misura esternamente quasi 9 metri di larghezza.
L’interno di impianto basilicale, è suddiviso in tre navate, separate da colonne di granito di reimpiego, culminanti in capitelli ionici e corinzi.
I TRE SIMBOLI
In Piazza Cairoli dietro l’abside della pieve troviamo un alquerque, una triplice cinta e un centro sacro, difficilmente troviamo i tre simboli nel solito luogo, forse un messaggio celato, la conoscenza dell’uno, la quadratura del cerchio;
Splendida Triplice cinta perfettamente conservata, di dimensioni cm.25×25, con il centro di cm.8×7